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“Ripensare i luoghi di aggregazione giovanile. Una sfida che richiede fantasia e professionalità”

Gli*le studenti*esse della laurea magistrale Iris (Innovazione e Ricerca per gli Interventi socio-assistenziali-educativi) al convegno dell’associazione “La Strada – Der Weg” hanno presentato alcune proposte di intervento per rigenerare il centro giovanile Villa delle Rose. Abbiamo intervistato chi l* ha seguit* in questo lavoro, Daniele Morselli, docente del corso di educazione all’imprenditorialità sociale.

Daniele Morselli, quali sono state le problematiche su cui ha impegnato gli studenti*esse?

Nel corso che tengo alla Facoltà di Scienze della Formazione, l* invito a confrontarsi, a gruppi, con problemi reali, ad ascoltare le esigenze di utenti e operatori*trici dei partner sociali (enti pubblici e associazioni) per proporre una soluzione partecipata. Si tratta di un modello di corso basato sulla collaborazione tra università ed enti esterni, dove i ragazzi lavorano su sfide reali per avere un impatto sociale sul territorio. Molti di loro, lavorando o avendo lavorato come educatori sociali, possiedono già una esperienza professionale importante ma imparano a considerare i problemi da una prospettiva diversa. Quest’anno, La Strada - Der Weg ci aveva spronato a dirigere la nostra riflessione e azione verso i centri giovanili, essendo il 2022 l’Anno europeo dei giovani. In particolare ci hanno lanciato la sfida di come ripensare e rinnovare la funzione dei centri giovanili nell’era post-Covid-19.

Voi avete quindi deciso di considerare come caso di studio il centro giovanile bolzanino Villa delle Rose?

Sì. In quel caso si tratta di una struttura, gestita dall’associazione, che è stata sfruttata molto dopo i vari lockdown da parte degli studenti universitari bolzanini che, non potendo raggiungere gli atenei in cui erano iscritti per frequentare le lezioni, lo avevano eletto a luogo di studio e ritrovo con i coetanei. La domanda della committenza era legata all’elaborazione di un piano per incrementare la presenza dei giovani (di età tra i 13 e i 25 anni) adesso che tutti sono tornati più o meno alla vita di prima. Le domande cui ci hanno chiesto di dare una soluzione erano tre. La prima riguardante il senso dei centri giovanili. Sono ancora validi come luogo per i giovani oppure i altri luoghi anche virtuali come i Social hanno preso il loro posto? La seconda riguarda invece se questi siano diventati contenitori di eventi oppure se hanno ancora fini pedagogici. E infine se possono essere utilizzati per altri scopi e utenze, per esempio l’aiuto compiti ai ragazzini delle medie.

E gli*le student* di Iris come hanno risposto?

A piccoli gruppi hanno svolto la loro analisi fatta di ricerche e interviste, e hanno lavorato su una possibile soluzione. Il tempo a disposizione non era moltissimo – solo 25 ore – ma le proposte sono state apprezzate da chi ha partecipato al convegno. Le soluzioni proposte sono state le più diverse: dal coinvolgimento di volontari da altri paesi da fare arrivare grazie ai finanziamenti garantiti dai programmi UE, all’organizzazione di corsi di ballo e musica più in linea con le passioni dei giovani, a uno strumento basato su foto per comprendere gli interessi dei giovani e renderli i protagonisti del centro.

Questi spunti serviranno per avviare iniziative di rilancio vere e proprie?

È quello che ci auguriamo. Erano molto contenti del lavoro svolto. I contatti con i*le referenti de La Strada – Der Weg sono consolidati e credo che nei prossimi tempi valuteranno l’applicazione delle attività proposte.

(zil)