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“Aumentare la cultura della valutazione delle politiche pubbliche”

Da inizio 2022 il nuovo direttore dell’Istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche della Fondazione Bruno Kessler (FBK-IRVAPP) è il prof. Mirco Tonin. Docente di Politica Economica alla Facoltà di Economia della Libera Università di Bolzano, Tonin interpreta il nuovo incarico come una opportunità per dare impulso a un più fitto scambio di conoscenza in ambito socio-economico tra le due province vicine.

Prof. Tonin, cosa l’ha spinta a candidarsi  a direttore dell’Istituto di ricerca trentino?

Conosco bene FBK perché è un attore fondamentale dell’ecosistema della ricerca, non solo a livello locale; in passato ho avuto occasione di  confrontarmi con i colleghi che ci lavorano e di collaborare, ad esempio presentando insieme progetti Euregio. L’anno scorso ho visto il bando con cui IRVAPP cercava un nuovo direttore e ho deciso di partecipare alla selezione. Questa prevedeva, oltre all’esame del curriculum, anche la presentazione e discussione di un progetto dove delineavo i miei obiettivi per lo sviluppo dell’istituto.

Come ha articolato la Sua proposta?

In primis, penso sia importante espandere la missione dell’IRVAPP, allargando l’ambito di ricerca oltre a temi classici riguardanti, ad esempio, le dinamiche reddituali o le politiche educative, che rimangono comunque centrali.

Può fare un esempio?

Penso alla valutazione dell’impatto socio-economico delle tecnologie. FBK è molto strutturata nel settore delle scienze e dell’ingegneria. Io vorrei aumentare la collaborazione con queste discipline perché c’è bisogno di valutare in maniera attenta l’impatto dell’innovazione tecnologica sulla società e sull’economia, in modo da trarne il massimo vantaggio. Per fare un esempio di attualità, il vaccino per il COVID è stato un grande successo farmacologico; tuttavia, non è stato accettato immediatamente da una parte minoritaria ma non trascurabile della società, riducendone l’efficacia. Serve capire il contesto socio-economico per gestire l’innovazione. Inoltre, vorrei ulteriormente allargare il raggio di azione di IRVAPP al di fuori del Trentino.

Pensa all’Alto Adige?

Anche. Bolzano ha molti punti di contatto con Trento e similarità dal punto di vista istituzionale e socio-economico. Si può usare l’expertise maturata in un contesto anche nell’altro. Essenziale affinché questo avvenga è aumentare la cultura della valutazione delle politiche pubbliche.

È una cultura che manca, nella nostra regione?

Trento e Bolzano godono di un’ampia autonomia, che ci consente di sperimentare di più rispetto ad altri territori. Ciò ha senso se si adattano le politiche socio-economiche ai mutevoli contesti, sulla base dei risultati. Per questo, a mio parere, servirebbe rafforzare, non solo qui ma ovunque, la cultura della valutazione, anche a livello di opinione pubblica. È importante, ad esempio, capire che valutare una politica e mostrare che non ha raggiunto gli obiettivi prefissati non è un indice di incapacità di chi l’ha decisa, ma una parte essenziale del processo di apprendimento. Il fallimento, dunque, non solo è possibile, ma, a volte, anche salutare, dato che la realtà si rivela spesso più complessa della nostra capacità di interpretazione.

Ritiene che questo suo incarico possa comportare anche vantaggi per unibz?

L’attività di ricerca e analisi è per sua natura collaborativa e questo implica che le istituzioni di ricerca dovrebbero cercare la più ampia cooperazione. Uno dei miei obiettivi è costruire sinergie su progetti di ricerca in cui coinvolgere colleghi e dottorandi di tutte le istituzioni di ricerca del territorio.

I primi Suoi 100 giorni alla direzione di IRVAPP a cosa saranno dedicati?

Anzitutto a familiarizzare con la struttura e i colleghi. In IRVAPP ci sono persone molto preparate, in grado di analizzare le politiche in maniera rigorosa. In un contesto sociale frammentato e mutevole come quello della società odierna, anche qui in Trentino Alto Adige, il bisogno di questo tipo di attività è enorme. Serve un continuo aggiornamento degli strumenti e un accompagnamento del settore pubblico da parte della ricerca. Se in passato un funzionario con esperienza poteva, sulla base di questa, stimare abbastanza correttamente alcune dinamiche e proporre ricette valide, adesso questo diventa molto più difficile perché la società cambia a ritmi molto più veloci rispetto a qualche decennio fa. Il mio compito è trasformare questa potenzialità in fatti concreti.

(zil)