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Free University of Bozen-Bolzano

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Confini nelle lingue e tra le lingue. A Bressanone, il convegno della SLI

Il primo convegno annuale in presenza post-Covid della Società di Linguistica Italiana fondata nel 1967 dal linguista Tullio De Mauro – che quest’anno festeggia i 55 anni di vita – si terrà in unibz dall’8 al 10 settembre. Contatti e contaminazioni tra lingue e dialetti, lingua dei segni, educazione linguistica al discorso digitale alcuni dei temi che saranno affrontati dai maggiori esperti italiani nei tre giorni di presentazioni e workshop nel campus della Facoltà di Scienze della Formazione a Bressanone.

Il convegno annuale della SLI (Società di Linguistica Italiana) è uno degli appuntamenti di maggior prestigio tra quelli dedicati alla ricerca in Linguistica che ogni anno si svolgono negli atenei italiani. Dopo tre anni segnati dall’impossibilità di organizzarlo in presenza, si terrà alla Facoltà di Scienze della Formazione, dove è previsto l’arrivo di un centinaio di docenti, ricercatori e ricercatrici provenienti da tutto il Paese e non solo. Vista la collocazione geografica dell’evento in una terra di frontiera linguistica e culturale come l’Alto Adige, il comitato scientifico (di cui fa parte anche Silvia Dal Negro, professoressa ordinaria di Linguistica generale in unibz) ha scelto il confine come tema per la sessione generale del convegno e delle relazioni invitate. Da questo nucleo si dipartono quattro snodi tematici principali.

Per il primo, lo studioso David Britain dell’Università di Berna, terrà la relazione su 150 years of the English North-South dialect divide (150 anni di divisione dialettale tra nord e sud dell’Inghilterra, ndt.) che illustrerà come i confini in senso geolinguistico si distribuiscono nello spazio, tenendo conto della variazione interna alle lingue e ai dialetti, della mobilità delle persone, del rapporto centro-periferia, aree rurali e urbane, valli, valichi e pianure, e di come tutto ciò vada a determinare la formazione – o la dissoluzione – di confini linguistici e di aree linguistiche. Il secondo snodo tematico, affrontato da Mari D’Agostino (Università degli Studi di Palermo) nella presentazione Costruire/bruciare confini. Le lingue nell'era della (im)mobilità, prenderà in considerazione l’intersezione dei confini linguistici con confini di altra natura, in primis i confini politico-amministrativi, ma anche i quelli di natura identitaria determinati dall’affiliazione religiosa, culturale, etnica. Il terzo tema su cui relazionerà Heike Wiese (Humboldt-Universität zu Berlin) in Overcoming language borders in structural analysis (Superare i confini linguistici nell'analisi strutturale, ndt.) sono i confini linguistici e i contesti plurilingui. Infine, l’ultimo blocco tematico, con un intervento di Stefan Rabanus dell’Università di Verona, I confini nella geografia linguistica: concetti teorici e rappresentazione cartografica, riguarderà la rappresentazione dei confini, innanzitutto in senso molto concreto, e cioè degli strumenti di cui si avvale il linguista e il dialettologo per rappresentare la variazione linguistica nello spazio, ma anche per la rilevazione dei dati e del supporto che le nuove tecnologie forniscono in tutti questi processi.

Oltre alle quattro relazioni principali, il convegno ospiterà anche cinque workshop specializzati su differenti aspetti della ricerca scientifica in ambito linguistico: Una lingua, tante lingue: il pluralismo linguistico in classe, a cura del GISCEL; Verso una descrizione delle competenze linguistiche e comunicative della lingua dei segni italiana (LIS): questioni teoriche e applicative; Proposte per un’educazione linguistica al discorso digitale; La competenza plurilingue: dalla ricerca scientifica alla pratica didattica nell’era digitale, con particolare attenzione alle problematiche collegate al discorso d’odio online; La variabilità fonetica: il ruolo della situazione comunicativa, quest’ultimo curato da Daniela Mereu e Alessandro Vietti, rispettivamente ricercatrice e professore della Libera Università di Bolzano.
 
Il convegno annuale della SLI offrirà anche motivi di interesse per gli studenti e le studentesse della Facoltà di Scienze della Formazione e in particolare per chi frequenta il del corso di laurea magistrale in Linguistica applicata. Questo corso, inaugurato tre anni fa, forma specialisti in linguistica con prospettive occupazionali negli ambiti della comunicazione, della tutela e promozione delle lingue e del multilinguismo, delle tecnologie del linguaggio e dell’insegnamento delle lingue. Da quest’anno, inoltre la Facoltà di Scienze della Formazione offre un dottorato di ricerca internazionale in cooperazione con l’Università di Verona e alla Università di Marburg, in Germania.
 
“Sarà una grande emozione rivedere molti colleghi in presenza e poterlo fare nella nostra sede è davvero un onore”, afferma la prof.ssa Dal Negro, “Per i nostri studenti e studentesse di Linguistica applicata sarà anche l’occasione per incontrare di persona molti studiosi conosciuti solo sui libri e per rendersi conto delle tante sfaccettature e prospettive di ricerca e di applicazione che la linguistica può offrire”.

(zil)