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Libera Università di Bolzano

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Denaturazione DNA e RNA. Premiato ricercatore unibz

Alan Ianeselli, post-doc attivo nella Smart Data Factory della Libera Università di Bolzano, ha ricevuto il Premio giovani ricercatori 2022 dell’Euregio.

Dallo studio su come è nata la vita 4 miliardi di anni fa possono arrivare indicazioni preziose per risolvere il rebus di malattie che affliggono l’umanità al giorno d’oggi. La strada è molto lunga ma grazie agli studi compiuti da Alan Ianeselli, ricercatore della Smart Data Factory di unibz al Noi Techpark, le nuove conoscenze relative alla denaturazione del DNA e dell’RNA in futuro potranno essere utili per capire come funziona, ad esempio, una patologia degenerativa come il morbo della mucca pazza.

Ianeselli, che recentemente è stato insignito del Primo premio per i giovani ricercatori dell’Euregio nella categoria “Scienze della Salute, Scienze Naturali e Tecniche”, ha una formazione in ambito biomedico e fisico. Ha ottenuto una laurea magistrale in Biotecnologie molecolari all’Università di Trento. Successivamente, all’università Ludwig Maximilian di München (LMU), ha portato a termine il dottorato di ricerca in Fisica sperimentale e computazionale. È stato proprio durante il dottorato che il ricercatore ha scoperto, quasi per caso in laboratorio, come si sono replicate in condizioni primordiali le prime sequenze di DNA ed RNA, due delle molecole essenziali per lo sviluppo della vita sulla Terra.

“Abbiamo compreso che le gocce di rugiada di acqua acida in un’atmosfera primordiale carica di CO2 hanno favorito la replicazione delle molecole di DNA”, spiega Ianeselli, “Attraverso cicli di sale, pH e bagnato-asciutto, la rugiada ha promosso mutazioni e ricombinazioni del DNA, creando filamenti di DNA fino a 20 volte più lunghi di quelli iniziali”. Prima della comparsa delle prime cellule, le molecole di DNA e RNA erano probabilmente disciolte in pozze d’acqua o in pori di roccia pieni di acqua e gas, condizioni comuni in un pianeta vulcanico.

Il ricercatore altoatesino, assieme all’équipe del prof. Dieter Braun della Facoltà di Fisica della LMU, ha ricreato delle “trappole termiche” artificiali con cui ha simulato pori millimetrici di roccia riempiti di acqua e CO2 gassosa, ovvero le condizioni più prossime a quelle della Terra primordiale.

I risultati di tale ricerca non sono significativi solo per la scienza di base, perché gettano luce sui meccanismi chimici con cui si è formata la vita sul nostro pianeta, ma in prospettiva anche per l’ambito della drug discovery attuale, ovvero per il processo di scoperta e sviluppo di nuovi farmaci. “Una ricerca collaterale che sto portando avanti parallelamente alla mia attività di programmatore della SDF, è indirizzata a capire come il processo di fluttuazione salina possa influenzare macroproteine di rilevanza biomedica come ad, esempio, il prione, la proteina che crea la malattia della mucca pazza”, conclude Ianeselli.

(zil)