Il mondo ha bisogno di più scienziate!
Abbiamo bisogno delle conoscenze e delle competenze delle donne per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. È questo il messaggio della Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza di quest’anno. Giornata istituita nel 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Si tratta di una giornata che dovrebbe incoraggiare tutte le donne a vivere il proprio talento. La creatività delle donne e delle ragazze nella scienza è un forte fattore di innovazione; una bassa quota di donne nella scienza non è quindi solo un problema di giustizia”, afferma la presidente della Libera Università di Bolzano, prof.ssa Ulrike Tappeiner. La ricorrenza è un invito a continuare a lavorare per sconfiggere gli stereotipi di genere e per avanzare sulla strada delle pari opportunità: l’unico modo per rimuovere gli ostacoli che ancora impediscono alle donne di partecipare alla scienza su un piano di parità e quindi evitare che un prezioso potenziale per la soluzione delle sfide del presenta rimanga inutilizzato.
Le statistiche di unibz. Mentre la percentuale di donne nel corpo studentesco unibz è ancora del 69%, il rapporto si inverte nella carriera accademica. Già a livello di dottorato, la percentuale di donne scende al 38%. Su un totale di 170 professori e ricercatori a tempo indeterminato, attualmente 55 sono donne: ciò corrisponde a una quota di poco inferiore al 33%. Questo dato è influenzato positivamente dall’alta percentuale di personale accademico femminile (57%) della Facoltà di Scienze della Formazione. Nonostante una quota del 90% di studentesse nella Facoltà, anche in questo caso è evidente la classica forma piramidale che si riscontra quasi ovunque nel mondo accademico: più alto è il livello di carriera, meno sono le donne. Ciò è ancora più evidente nelle Facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche e Scienze e Tecnologie, dove solo una posizione accademica su cinque è occupata da donne. “Sebbene anche in unibz eccellenti scienziate insegnino e facciano ricerca nelle cosiddette materie STEM, i nostri dati riflettono chiaramente come gli stereotipi di genere garantiscano ancora un chiaro divario di genere in molti ambiti della scienza”, sottolinea la presidente.
Una sfida che riguarda anche il Comitato per le pari opportunità di unibz. “Per poter vivere nel mondo in modo sostenibile, abbiamo bisogno anche della prospettiva scientifica della metà femminile dell’umanità”, afferma la presidente del Comitato, prof.ssa Elisabeth Tauber, “Sappiamo che il nostro genere anche influenza anche le questioni scientifiche; quando alcune prospettive non vengono prese in considerazione, ci sono conseguenze per tutti”. Secondo la professoressa, uno degli ostacoli a una maggiore partecipazione femminile al mondo accademico è il requisito della mobilità assoluta per poter aspirare all’avanzamento nella carriera scientifica. Poiché gli obblighi familiari frenano maggiormente le donne che desiderano avere figli o una famiglia rispetto ai colleghi maschi, la possibilità di carriere interne per le donne dovrebbe essere privilegiata. Inoltre Elisabeth Tauber vede nella digitalizzazione un’opportunità di cambiamento positivo. “La tecnologia di oggi apre spazi di mobilità virtuale che permettono alle donne di superare un pregiudizio profondamente radicato nella cultura accademica”, commenta la presidente del Comitato per le pari opportunità dell’Ateneo.
zil/10.02.2023