Storia delle prigioni e dell’esilio: Rinchiudere, costringere, allontanare
Il 15 ottobre, il Centro di competenza Storia regionale organizza un workshop internazionale intitolato “Rinchiudere, costringere, allontanare. Lo spazio come strumento di separazione e controllo sociale tra il secondo Ottocento e il primo Novecento”. Le iscrizioni sono aperte.
Negli ultimi anni lo studio della storia delle carceri e, più in generale, degli edifici che avevano lo scopo di rendere possibile la segregazione sociale di alcune persone, ha conosciuto una notevole espansione, con l’emersione di nuovi paradigmi e modelli interpretativi. Le ricerche sugli aspetti organizzativi, istituzionali ed economici delle carceri e di strutture simili, della vita quotidiana e delle relazioni di potere prevalenti al loro interno, così come dei contatti con il mondo esterno, sottolineano il ruolo dello spazio, fisico, sociale, immaginato, imposto, creato, come una categoria fondamentale di analisi. Il workshop internazionale “Rinchiudere, costringere, allontanare. Lo spazio come strumento di separazione e controllo sociale tra il secondo Ottocento e il primo Novecento” intende porsi come piattaforma per mettere in comunicazione e confrontare tra loro nuove ricerche su concreti casi di studio, che si interroghino sulle varie dimensioni e i diversi utilizzi dello spazio come mezzo di punizione e disciplinamento delle persone.
Il workshop, organizzato dalla ricercatrice Francesca Brunet, si concentrerà sui decenni tra la seconda metà del XIX secolo e lo scoppio della Prima guerra mondiale. In quel periodo, in molte regioni d’Europa vennero istituite nuove strutture carcerarie e case di lavoro, considerate in teoria più moderne e funzionali, anche in termini di organizzazione spaziale; d’altra parte, quegli anni videro un’implementazione sempre più sistematica di quelle misure amministrative e di polizia che miravano a mantenere la sicurezza pubblica confinando o limitando il movimento di persone considerate socialmente pericolose e “devianti”. I casi di studio presentati dalle relatrici e dei relatori – che spaziano dall’Italia alla Grecia, dalla Germania all’Ucraina, dall’Austria agli Stati Uniti – prenderanno quindi in considerazione sia alcuni edifici di reclusione (carceri, case di lavoro forzato, ospedali psichiatrici) sia altre forme di utilizzo dello spazio come mezzo di controllo sociale (esili, allontanamenti forzati, quarantene).
Il workshop internazionale “Imprigionare, limitare, espellere. Lo spazio come mezzo di separazione e di controllo sociale dalla fine del XIX all'inizio del XX secolo” è organizzato dal Centro di competenza per la Storia regionale della Libera Università di Bolzano (Francesca Brunet) in collaborazione con l’Università di Lucerna, l’Istituto delle Fondazioni Giuridiche - lucernaiuris, e l’Università della Svizzera Italiana, Archivio del Moderno e si svolgerà il 15 ottobre 2021 alla Facoltà di Scienze della Formazione a Bressanone. Il workshop online è aperto al pubblico. La registrazione è possibile fino al 14 ottobre, ore 12.00: https://bit.ly/Imprigionare_limitare_espellere
(zil)