Tirocini universitari: trampolino per il lavoro
Il 91,8% dei tirocinanti si vede come una “risorsa” all’interno dell’azienda in cui ha svolto il tirocinio.
“Rimarchiamo con soddisfazione il fatto che il 43% dei tirocini è confluito in una qualche forma di collaborazione con l’azienda o l’organizzazione ospitante,”
chiosa il Presidente IPL Andrea Dorigoni.
Da anni gli studenti di unibz vengono intervistati in modo sistematico riguardo alle loro esperienze di tirocinio. Nell’attuale rilevazione riguardante i tirocini svolti nel 2021, quasi il 92% degli intervistati afferma di essersi sentito una risorsa durante il tirocinio, ovvero di aver svolto attività utili per sia se stessi sia per l’azienda.
“Anche nel 2021 l’impatto economico e sociale delle chiusure e le misure di contenimento del Covid hanno influenzato i tirocini formativi. Tuttavia, la maggior parte degli enti ospitanti hanno garantito ai tirocinanti lo svolgimento del tirocinio e delle proprie attività, utilizzando le nuove tecnologie e lo smart working accanto al lavoro in sede. Come possiamo vedere dall’indagine sui tirocini, non ne hanno risentito la qualità e l’efficacia dei tirocini.”,
spiega Iris Tappeiner, responsabile del Career Service unibz.
Buoni voti per le esperienze di tirocinio
“Dall’indagine si evince che le aziende e le strutture ospitanti si prendono buona cura dei tirocinanti. Quest’affermazione è supportata anche da un dato confortante: ben il 66% raccomanderebbe assolutamente il proprio posto di tirocinio”
afferma la collaboratrice IPL Gaia Peressini che ha elaborato i dati.
A questa percentuale si aggiunge un ulteriore 30% di intervistati che nel complesso consiglierebbe la propria azienda ospitante. L’IPL è convinto che sia di fondamentale importanza l’esistenza, nella struttura ospitante, di un tutor aziendale che si prenda cura del tirocinante. Gli studenti hanno espresso la loro soddisfazione riguardo al tutor aziendale con un punteggio medio di 6,5 punti, in una scala da 1 a 7. “Un tirocinio ben strutturato è un plusvalore anche per la struttura. Quest’ultima, infatti, ottiene una buona reputazione nel mondo dei giovani accademici e può quindi avere maggiori facilità nel reclutare forze lavoro qualificate”, sottolinea Peressini.
L’esperienza acquisita conta più del compenso
Riguardo alla scelta del posto di tirocinio, gli studenti danno molto importanza all’attività desiderata (quasi il 30% delle scelte), alla struttura desiderata (29%) e al periodo favorevole agli studi (quasi 25%). Seguono la vicinanza al proprio luogo di residenza (circa 7%) e il compenso (circa 5% delle risposte) con un’importanza marginale. Nonostante ciò, il 60% degli intervistati ha ricevuto un compenso monetario e/o un altro tipo di sostegno, come ad esempio buoni pasto.
Un trampolino di lancio verso il mondo del lavoro
Al termine del tirocinio ben il 43% degli intervistati ha ricevuto un’offerta per una collaborazione duratura o a progetto dall’azienda ospitante, percentuale che raggiunge addirittura il 53% per i tirocinanti della Facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche. “E’ un dato assai elevato – continua Peressini - se consideriamo che molti studenti e studentesse sono ancora nel pieno del loro percorso di studi e quindi non erano interessati ad uno sbocco immediato nel mondo del lavoro”. Sono soprattutto le aziende in Alto Adige (48%) e nei paesi tedescofoni (46%) a offrire collaborazioni ai tirocinanti, mentre sono più restie le aziende nel resto d’Italia (33%).
“Questa è la prova evidente che gli studenti hanno compreso chiaramente che un’esperienza di tirocinio rappresenta un valore aggiuntivo per il loro futuro professionale”,
sottolinea Iris Tappeiner.
“I tirocini sono esperienze importanti che aiutano ad orientarsi, a plasmare e perfezionare le competenze professionali. Dispiegano i loro effetti positivi quando si entra nel mercato del lavoro, come hanno mostrato anche le indagini di AlmaLaurea sull’inserimento lavorativo”.
Alto Adige: meta prescelta per il tirocinio ma come futuro luogo di lavoro
Il 62% degli studenti di unibz ha svolto il proprio tirocinio in Alto Adige, il 31% in altre regioni italiane, il 5% nei paesi di lingua tedesca e il rimanente 1% in altri Paesi. La possibilità di svolgere i tirocini da remoto ha leggermente aumentato la percentuale di chi ha svolto il tirocinio nel resto d’Italia rispetto all’Alto Adige, con molti tirocinanti che hanno scelto aziende vicino al luogo di residenza in periodi di lezioni universitarie a distanza.
Dopo lo studio più del 39% dei tirocinanti della Facoltà di Scienze della Formazione vorrebbe rimanere a lavorare in Alto Adige, quota che si attesta al 31% per la Facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche, al 30% circa per la Facoltà di Economia, e circa al 29% Facoltà di Scienze e Tecnologie. Una volta terminati gli studi, più del 43% degli studenti dichiara di aver intenzione di candidarsi anche all’estero (circa 23% nei paesi tedescofoni e 20% nel resto del mondo).
(afi)