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Gli insegnanti tornano a scuola per imparare a insegnare l’informatica “fisica” e critica

Sotto la guida di Rosella Gennari e di colleghi della Facoltà di Scienze e Tecnologie Informatiche, una classe di docenti delle primarie, medie e superiori altoatesine sta scoprendo come educare all’informatica con un approccio fisico e critico, pensato per le scuole.

In una classe rumorosa chi è più sensibile soffre. Come fare perché i compagni lo comprendano? Si può progettare e programmare  “una Gioconda intelligente”; una riproduzione della Gioconda rileva il livello sonoro e, quando il rumore in classe diviene eccessivo, un mesto sorriso si dipinge sul volto della bella signora. Questo è uno degli esempi delle problematiche affrontate con la classe di docenti delle scuole che partecipano al progetto sotto la guida di Rosella Gennari.

“Con questa serie di incontri, stimoliamo gli insegnanti ad impadronirsi delle metodologie didattiche che io, Alessandra Melonio e Mehdi Rizvi abbiamo maturato sia con classi di studenti sia con gli insegnanti che, negli anni scorsi, hanno frequentato i nostri laboratori su progettazione e programmazione con un approccio fisico e critico”, spiega Gennari.

“Il primo passo richiede di empatizzare con un contesto che pone delle sfide. Si impara a riflettere sul contesto e a definire un problema che ammette soluzioni computazionali, laddove opportuno”, aggiunge la ricercatrice. “Con carte da gioco ed altro materiale “fisico” parte del percorso, si impara quindi a creare un algoritmo risolutivo, con i passaggi che portano a un’effettiva soluzione da programmare, su cui riflettere criticamente ed infine generalizzare a contesti diversi”.

Ai mezzi analogici si aggiunge anche l’elettronica programmabile. Gennari, Melonio e Rizvi, in collaborazione con Maristella Matera del Politecnico di Milano, hanno sviluppato un vero e proprio kit, dotato di una app apposita – IOtGo – che passo dopo guida anche i meno esperti a progettare e programmare soluzioni computazionali, “fisiche” e critiche, per i contesti più svariati. I docenti in queste settimane stanno progettando cosa fare in classe con i propri alunni e nell’incontro di fine mese dovranno mostrare in aula i percorsi che intendono portare a scuola.

“Al giorno d’oggi l’acquisizione del pensiero computazionale è ritenuta una competenza fondamentale per lo sviluppo cognitivo degli studenti ed un percorso come il nostro vuole dare agli insegnanti gli strumenti per avviare da soli le loro classi all’educazione all’informatica”, sottolinea Gennari, “siamo molto soddisfatti dell’adesione dei docenti che non è limitata agli insegnanti di materie scientifiche e tecniche ma ha riguardato anche quelli di storia dell’arte e di materie umanistiche”.

Il percorso, di stampo laboratoriale, è stato realizzato grazie alla collaborazione e al supporto dell’intendenza scolastica italiana (nella persona di Andrea Bonani).

(zil)