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Bioeconomia, cibo e salute. L’expertise di unibz per il New European Bauhaus

Sviluppo sostenibile ed inclusivo nell’UE. Un gruppo di docenti e ricercatori dell’ateneo altoatesino è stato coinvolto nell’incontro tematico dedicato a Bioeconomy, Food and Health, organizzato dall’ente basco Conexiones Improbables nell’ambito del progetto voluto da Ursula von der Leyen.

New European Bauhaus è un progetto promosso dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che punta, sull’esempio della Bauhaus storica di Walter Gropius, a promuovere la collaborazione interdisciplinare tra attori impegnati in diversi campi del sapere – cultura, scienza, formazione, industria, economia, società – per stimolare l’innovazione nel segno dell’inclusività e della sostenibilità.

Conexiones Improbables, ente basco che si occupa di innovazione e di progetti europei e uno dei partner ufficiali del New European Bauhaus, nei mesi di maggio e giugno di quest’anno ha organizzato una serie di incontri tematici tra 64 esperti di diversi paesi europei che lavorano per enti di ricerca, università, ong, imprese. Le aree tematiche sono le seguenti: un futuro per tutti i luoghi e la coesione territoriale; digitalizzazione, governance e cittadinanza; città sostenibili ed inclusive; industria e servizi intelligenti; educazione e sviluppo umano per la sostenibilità; cultura, creatività e innovazione; bioeconomia, alimenti e salute.

La Libera Università di Bolzano è stata chiamata a dare il contributo scientifico in uno dei settori di expertise dei suoi ricercatori: quello della bioeconomia, degli alimenti e della salute. Emanuele Boselli (Scienze e Tecnologie), Edoardo Longo (Scienze e Tecnologie) e Federica Viganò (Scienze della Formazione) hanno moderato l’incontro Bioeconomy, Food and Health e hanno contribuito alla realizzazione di un manifesto in dieci punti che verrà integrato in un documento finale (come risultato dei parallel dialogues concertati nelle singole aree tematiche). Lo scorso 22 giugno ha avuto luogo il meeting common reflection in cui i relatori di ogni area tematica hanno discusso dei risultati dei singoli incontri alla presenza di Xavier Troussard, responsabile della Commissione per New European Bauhaus. La proposta finale contiene raccomandazioni e riflessioni da presentare alla presidenza della Commissione Europea.

‘Cosa farebbe Gropius un secolo dopo?’ è il quesito posto dalla Commissione, partendo dall’assunto che la coesione territoriale non è solo una questione urbanistica o architettonica, ma è anche legata alla sostenibilità sociale e ambientale. “Nella visione rivoluzionaria di Gropius, l’innovazione viene innescata dal processo di contaminazione virtuosa dei diversi campi del sapere, sia tecnico che creativo, e questo è quanto ancora oggi ispira e sostiene alcuni processi di fertilizzazione incrociata e di contaminazione tra le discipline”, affermano i relatori di unibz, il prof. Emanuele Boselli e i ricercatori Federica Viganò ed Edoardo Longo.

Gli incontri tematici hanno dato vita a un documento intitolato “Memory of the Conversations” consultabile qui.

(zil)